Si possono attraversare nell’arco della vita dei momenti in cui ci sentiamo confusi e disorientati, indecisi davanti ad una criticità, ad una scelta oppure non preparati davanti ad un evento, siamo come bloccati in un momento cruciale della nostra vita.
In poche parole… Il counseling
Nasce così la necessità di avere uno spazio di ascolto e di riflessione protetto e a noi dedicato dove esplorare la fase di transizione che stiamo affrontando con l’accompagnamento di un counselor professionista. Il counselor accoglie infatti clienti che hanno la necessità di prevenire, affrontare e risolvere una difficoltà ben precisa o una condizione di temporanea difficoltà, circoscrivendo e delineando la richiesta verso un obiettivo in un tempo che è da subito ben definito.
Il counseling non è dunque una forma di terapia medica o psicologica ma piuttosto un percorso evolutivo limitato nel tempo attraverso il quale il cliente acquisisce la consapevolezza delle proprie risorse e capacità, un percorso di crescita e responsabilizzazione. Incontro dopo incontro egli stesso acquisirà consapevolezza verso se stesso e il proprio sentire focalizzando bene l’obiettivo che si è prefissato e ciò che può attuare per realizzarlo in base alle proprie capacità e con le proprie modalità.
Durante i vari incontri, tramite la possibilità di un ascolto attivo privo di giudizio e indicazioni, potrà elaborare il proprio atteggiamento rispetto alla situazione che porta e considerarlo da diverse prospettive che precedentemente non valutava, autonomamente quindi, da solo ma non in solitudine. Il counselor sarà testimone attivo di questo percorso ma senza soluzioni o indicazioni o consigli e soprattutto privo di giudizi perché in grado di accogliere l’alterità dell’altro.
Ecco che un momento di transizione della nostra vita quali un disorientamento scolastico, lavorativo, relazionale sia nella coppia che in famiglia, oppure la perdita di una persona cara o una separazione, diventa opportunità di cambiamento e siamo accompagnati in questa fase delicata di elaborazione personale dal counselor verso la consapevolezza della nostra scelta attraverso l’esplorazione delle difficoltà relative ai nostri processi evolutivi.
Quando è utile un intervento di counseling?
Il counseling è dunque utile quando:
- dobbiamo prendere una decisione difficile che riguarda la nostra vita personale o professionale;
- dobbiamo raggiungere un obiettivo che ci siamo posti, ma incontriamo delle difficoltà;
- ci troviamo di fronte ad una scelta lavorativa;
- vogliamo riorganizzare le nostre relazioni familiari, magari in seguito ad una separazione o ad un divorzio;
- i figli diventano grandi e lasciano la loro famiglia d’origine;
- quei figli siamo noi e non sappiamo più come rapportarci alla nostra famiglia d’origine;
- si costruisce o si ri-costruisce un nuovo nucleo familiare;
- incontriamo dei problemi nella vita di coppia;
- incontriamo difficoltà nella carriera scolastica (ad esempio siamo bloccati nella scelta dell’università o nel sostenere un esame);
- ci troviamo in delle situazioni dove, da soli, sentiamo di non farcela.
E’ comprensibile quindi quanto sia trasversale l’utilizzo del counseling nei molteplici ambiti che viviamo quotidianamente. Le macro aree infatti identificate e quindi definite come ambiti di intervento sono:
- Benessere personale e relazionale,
- Educativo-scolastico,
- Emergenza,
- Giuridico,
- Lavoro-organizzazioni,
- Migratorio,
- Salute,
- Sociale,
- Spirituale,
- Sport,
- Svincolo (exit counseling).
Come funziona?
Dall’esigenza del cliente di affrontare una situazione di stallo e quindi mettere in atto un cambiamento in quale modo si arriva dunque al raggiungimento dell’obiettivo?
Il percorso di counseling ha un carattere esperenziale e relazionale. Sarà la relazione (relazione d’aiuto) priva di giudizio ed imperniata sulla autenticità e l’empatia a consentire al cliente l’esplorazione del proprio mondo, il suo vissuto il suo sentire. Proprio tramite questa autoesplorazione e autoapprendimento il cliente prenderà consapevolezza delle proprie risorse e capacità mettendole in atto per il conseguimento dell’obiettivo da lui scelto. L’obiettivo diverrà uno strumento per il precorso di consapevolezza e responsabilizzazione del cliente.
Il processo e le sue fasi
Possiamo individuare tre fasi del processo:
- La fase di esplorazione che può variare da 1 a 3 incontri. E’ dove si inizia ad intessere la relazione fra counselor e cliente che sarà strumento determinante per il processo. In questa fase cruciale si instaura un rapporto di fiducia e collaborazione che consentirà poi al cliente di esplicitare il suo vissuto e le sue emozioni più profonde. Sempre in questi primi incontri il cliente stabilirà l’obiettivo da perseguire, elemento necessario per poter affrontare e dirigere poi il percorso, una vera propria bussola quindi.
- La seconda fase del processo può durare dai 6 ai 9 incontri ed è la parte di approfondimento della situazione portata dal cliente. Durante questi incontri il cliente prenderà consapevolezza del proprio agire e sentire rispetto alla situazione grazie alla auto esplorazione e auto apprendimento iniziando così la trasformazione prefissata. Il counselor faciliterà questa trasformazione tramite l’ascolto attivo, diverrà uno specchio riflettente di quanto portato dal cliente agevolando così la trasformazione ricercata sempre in sintonia con il contesto di riferimento del cliente.
- L’ultima fase può durare da 1 a 3 incontri, ed è la fase di chiusura. Durante questi incontri viene ripercorso il lavoro fatto nei suoi passaggi cruciali quasi a consolidamento della trasformazione stessa. Vengono sottolineati e valorizzati gli strumenti che sono stati utilizzati per perseguire l’obiettivo iniziale, in che modo si è modificata la vita del cliente e il grado di consapevolezza del cliente.
La durata del processo
La durata del percorso può variare da 8 fino a 15 incontri con il cliente di circa 50 minuti ciascuno, una volta a settimana.